Art. 16
Facoltà di trasformazione in fondazioni delle università
1. In attuazione dell'articolo 33 della Costituzione, nel rispetto delle leggi vigenti e dell'autonomia didattica, scientifica, organizzativa e finanziaria, le Università pubbliche possono deliberare la propria trasformazione in fondazioni di diritto privato. La delibera di trasformazione e' adottata dal Senato accademico a maggioranza assoluta ed e' approvata con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. La trasformazione opera a decorrere dal 1° gennaio dell'anno successivo a quello di adozione della delibera.
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In pratica questo articolo da all'Universita la possibilità di trasformarsi da un ente pubblico ad una fondazione privata. In tal caso tutto il patrimonio e i beni immobili della scomparsa Università Pubblica verrà ereditato dalla neonata fondazione, senza pagare alcuna tassa. Tale possibilità diventa in pratica quasi un'obbligo considerate le agevolazioni fiscali e i tagli imposti negli articoli successivi.
Art. 66
Turn Over
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13. Le disposizioni di cui al comma 7 trovano applicazione, per il triennio 2009-2011 fermi restando i limiti di cui all'articolo 1, comma 105 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, nei confronti del personale delle università. Nei limiti previsti dal presente comma e' compreso, per l'anno 2009, anche il personale oggetto di procedure di stabilizzazione in possesso degli specifici requisiti previsti dalla normativa vigente. Nei confronti delle università per l'anno 2012 si applica quanto disposto dal comma 9. Le limitazioni di cui al presente comma non si applicano alle assunzioni di personale appartenente alle categorie protette. In relazione a quanto previsto dal presente comma, l'autorizzazione legislativa di cui all'articolo 5, comma 1, lettera a) della legge 24 dicembre 1993, n. 537, concernente il fondo per il finanziamento ordinario delle università, e' ridotta di 63,5 milioni di euro per l'anno 2009, di 190 milioni di euro per l'anno 2010, di 316 milioni di euro per l'anno 2011, di 417 milioni di euro per l'anno 2012 e di 455 milioni di euro a decorrere dall'anno 2013.
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In questo articolo i primi commi parlano di blocco del turn over per quanto riguarda amministrazioni ed enti pubblici. Gli ultimi 2 commi riguardano invece l'Università. In pratica si rimanda al comma 7 dove veniva imposto che, per il triennio 2009-2011, le assunzioni e la stabilizzazione di personale a tempo indeterminato non deve superare il 20% delle unità cessate. In pratica per ogni 5 persone che smettono di lavorare solo una ne viene assunta.
Inoltre, sempre nello stesso comma, vengono imposti i tagli al fondo per il finanziamento ordinario delle università (FFO). In dettaglio i tagli sono, in euro:
- 63,5 milioni per il 2009;
- 190 milioni per il 2010;
- 316 milioni per il 2011;
- 417 milioni per il 2012;
- 455 milioni per il 2013.
Che cosa comporta tutto questo?
Il blocco del turn over, con la conseguente diminuzione del numero dei docenti, porterà probabilmente all'aumento del numero chiuso, in modo da poter rispettare il rapporto docenti/studenti. I tagli porteranno probabilmente all'aumento delle tasse universitarie, cosa che si ripercuoterà maggiormente sui salari più bassi. Inoltre il taglio comporta anche meno fondi per la ricerca. In pratica prima si dice che l'Italia può superare la crisi e contrastare la concorrenza dell'est con l'innovazione, poi si tagliano i fondi invece di aumentarli.
Lo scenario quale sarà? Ci saranno atenei di serie A, privati, con tasse universitarie altissime, dove solo i più ricchi potranno permettersi di mandare i propri figli, e atenei di serie B che, con minori fondi, non potranno fornire una didattica adeguata.
2 commenti:
Inoltre tagliano anche i fondi per il Diritto allo Studio!
considerando che neanche io ho votato Berlusconi, ma neanche Veltroni, che c'è da pensare della nostra classe dirigente...
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